Lo ieromartire Vasilij nacque nella famiglia del sagrestano Petr Nikitskij,
che ebbe 9 figli. La famiglia era povera, tutti i loro beni erano la
casa, 3 ettari di terra e una vacca. Nel 1905 il padre di Vasilij rimase
disperso. Le sue ricerche non ebbero esito. Per mantenere i figli, sua
madre li mise in un orfanotrofio, in cui si sistemò come cuoca.
Padre Vasilij officiava in varie chiese, aiutava i bisognosi, dava da
leggere libri spirituali.
Nel 1929 un dipendente dell'ufficio segreto dell'OGPU di Mosca scrisse che il sacerdote «alle riunioni «si lavorava»
l’opinione pubblica contro la chiusura della chiesa». Tutte le delazioni
contenevano solo numerosi sospetti e supposizioni, ma il nuovo potere
trattava come un delitto lo sforzo di non permettere la chiusura delle
chiese.
raccolta del legname. Dopo l’esilio continuò a officiare nelle chiese. Fu fucilato il 14 marzo 1938 e sepolto in una fossa comune ignota al poligono di Butovo nei pressi di Mosca.
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