Fu il
sacerdote della chiesa al nome dell’Icona di Kasan’ della Madre di Dio а Lamišino della provincia di Zvenigorod. Nel 1929 fu arrestato per l’accusa
della «propaganda antisovietica» e fu deportato ad Onega. Nel 1933 è ritornò dalla
deportazione e si sistemò a Kholmets della provincia di Šakhovskoe, in cui
officiava nella chiesa al nome del San Nikola fino alla sua chiusura. Quando nel
1941 il borgo era occupato dai fascisti tedeschi, il padre Vassilij si riprese
ad officiare. Nella sua casa si sistemò il quartiere generale tedesco. Nel 1942 a Kholmets entrò l’esercito della Guardia Rossa,
e l’arciprete Vassilij fu arrestato per l’accusa di collaborazione con i tedeschi.
Durante la perquisizione gli furono trovati alcuni giornali fascisti e banconote
tedesche. L’arciprete Vassilij morì nell’ospedale della prigione di Taganka e
fu sepolto in una tomba ignota.
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